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D'ANNUNZIO, GABRIELE
(Pescara 1863 - Gardone 1938). Scrittore italiano. Dopo aver pubblicato una prima raccolta di versi (Primo vere) nel 1879, si trasferì a Roma (1881) iniziando una intensissima attività artistica e mondana, permeata di estetismo e superomismo. Durante il suo soggiorno romano videro la luce romanzi (Il piacere, 1889; L'innocente, 1892; Il trionfo della morte, 1894; La vergine delle rocce, 1895; Il fuoco, 1900), tragedie (La città morta, 1898; La figlia di Iorio, 1904; La fiaccola sotto il moggio, 1905) e libri di poesie (Intermezzo di rime, 1883; La chimera, 1890; Il poema paradisiaco, 1894; Laudi, 1903-1904). Costretto nel 1910 a trasferirsi in Francia per sfuggire ai creditori, rientrò in Italia in tempo per partecipare alla battaglia interventista. Dopo aver preso parte eroicamente alla Prima guerra mondiale, nel 1919 si pose a capo di un irrequieto gruppo di reduci per occupare la città di Fiume assegnata alla Iugoslavia dal trattato di Versailles, ma l'impresa, avversata dal governo italiano, durò pochi mesi. Ritiratosi nel 1921 a Gardone, nella villa da lui chiamata Vittoriale, guardò con favore al fascismo e morì dopo un lungo periodo di splendido, ma in fondo patetico isolamento, tentando fino all'ultimo di realizzare quella fusione tra arte e vita che fu il sogno di tanti artisti decadenti.
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